Una tarda serata di Aprile, il primo vento tiepido che scompiglia i capelli, la luna è piena ed illumina i profili delle montagne vicine.
Prima di andare a dormire, resto ancora un po’ in giardino, avvolta dal silenzio assordante che scandisce le giornate in questi mesi di Lockdown.
Fermi. Abbiamo messo in pausa tutto, abbiamo bloccato la nostra canzone preferita mentre cantavamo a squarciagola.
All’inizio faceva quasi paura non sentire più i rumori delle macchine, il fischio del treno che partiva dalla stazione o lo sbattere della porta dei vicini che rientravano dal lavoro.
Ma come scrive Frida Kahlo “siamo capaci di sopportare molto di più di quello che pensiamo”.
Ho cercato allora di accoglierli quei silenzi, di apprezzarli, consapevole di quanto l’essere umano riesca incredibilmente ad adattarsi alle situazioni. Un po’ come le radici degli alberi… aggirano l’ostacolo e, ben radicate, continuano a crescere.
In quella tarda serata di Aprile, due occhi mi distolsero dai miei pensieri. Impaurito e un po’ disorientato, un cervo si era fermato al di là del mio cancello. Mi scrutava, ma dopo pochi secondi è corso via verso la collina perdendosi nel buio.
È vero, non è così strano qui in Abruzzo avere incontri ravvicinati con cervi, orsi e caprioli, ma lo è invece se pensiamo a come la Natura si stia riprendendo i suoi spazi, continuando a dare spettacolo.
Mentre l’uomo fa un passo indietro, il verde inizia a crescere quasi prepotentemente sui marciapiedi e tra i ciottoli delle strade affollate di qualche mese fa.
In tutto il mondo, il Lockdown ha portato una diminuzione dell’inquinamento atmosferico.
E così dalle finestre del Punjab, a nord dell’India, è visibile dopo trent’anni il sistema montuoso più grande del mondo, l’ Himalaya.
Sulle coste brasiliane centinaia di tartarughe, di una specie in via di estinzione, corrono libere verso il mare.
Le dune delle Canarie, dopo 50 anni, sono tornate al loro antico splendore. Sembra il Sahara, un paesaggio da sogno, messo fin’ora a dura prova dalla continua e incessante presenza dell’uomo.
Nel Bosforo, in un tratto di mare solcato dalle petroliere, ora giocano i delfini.
La Terra, dunque, gira anche senza di noi e la Natura fa il suo corso ricordandoci che su questo meraviglioso Pianeta siamo solo ospiti.
Ora che tutto ritorna pian piano ai ritmi di prima, probabilmente scompariranno i delfini dai porti e non vedremo così facilmente le anatre a spasso indisturbate per la città. La speranza è che questo periodo di isolamento abbia avuto un effetto benefico sulle nostre menti e l’augurio è quello di riuscire a rientrare in punta di piedi a godere delle bellezze che, ogni giorno, la Natura ci regala.
… ah dimenticavo! Tornerò anch’io! Pronta ad accompagnarvi in nuove entusiasmanti avventure 😉
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A presto!
Consuelo Crapanzano
Green Guide & Experience Designer